Ho costruito il primo impianto audio nel 2009 a Cesena, all’età di 19 anni. La mia ragazza all’epoca studiava arti visive a Venezia e volevo farle un regalo speciale per salvare la relazione. Così con l’aiuto di mio padre accrocchiammo uno stereo, riutilizzando il legno di alcune scatole da vino e gli altoparlanti di una vecchia ford fiesta. Il risultato non fu perfetto, ma il look retrò e il riciclo lo rendevano un oggetto funzionale che attirava l’attenzione. Lo stereo finì in un appartamento frequentato da molti universitari e nel giro di un paio d’anni iniziai a ricevere oggetti personali come comodini o altri involucri di legno da trasformare in casse acustiche.
Studiavo anche io a Venezia e spesso il weekend me ne tornavo in treno con una cassa, passavo due giorni a Cesena nel laboratorio di mio padre, poi la riportavo a Venezia per calli e ponti, all'amico che me l'aveva commissionata.
Prendevo le stoffe dalla merceria di mia madre e passavo giornate ai mercatini in cerca di altoparlanti e componenti vintage per fare esperimenti sonori.
Riempivo tacquini di progetti audio e molestavo i miei coinquilini con musica a tutte le ore.
Nel 2014, terminata l'università, ho deciso di trasformare questo hobby in un lavoro. Da quel momento ho iniziato a lavorare anche con altoparlanti nuovi, software, moduli bluetooth, affinando le audiocapacità , progettando una linea di casse Jesa, avvicinandomi alle nuove tecnologie e alle esigenze degli ascoltatori più moderni.
Allo stesso tempo, il progetto si è avvicinato ancora di più all’economia circolare e alla sostenibilità, poiché l’esperienza acquisita in questi anni e gli sprechi degli esseri umani hanno permesso di comprendere meglio le potenzialità delle componenti di riciclo.